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Status Quo - On the Level

Questo è stato il primo disco rock che ho ascoltato.
Avevo solo 13 anni quando a casa di una mia amica curiosando fra i dischi di suo padre mi imbatto in questa copertina che attira subito la mia attenzione.
Non sapevo niente di questo gruppo e il nome Status Quo mi colpisce subito. Chiedo il permesso di poterlo ascoltare, lo ottengo anche con l’opzione di alzare il volume a piacere.
Non me lo faccio ripetere due volte, lascio andare la puntina sul disco e rimango in attesa delle prime note…
Parte Little Lady, il pezzo si rivela essere un rock tiratissimo, che ti investe subito, i suoni sono ruvidi ma eleganti, lo ascolto tutto e alla fine il pezzo si conclude con l’attacco di Most Of The Time, un Blues vecchio stile ma sempre graffiante e spaccacorde.
Rimango sbalordito, mi registro su un nastro i due pezzi che nei giorni seguenti mi ascolterò in Loop, poi dopo tre giorni mi ripresento chiedendo di registrare tutto il disco. Ed ecco dopo quasi trent’anni che vi scrivo il mio parere su questo album.
Questo disco viene pubblicato nel 1975 dalla oramai storica e inossidabile superband Inglese, gli Status Quo appunto.
On The Level è l’ottavo disco degli Status Quo ed è un ascolto obbligato per chi ama il rock suonato senza mezzi termini, ma in modo diretto e genuino.
Dopo Most of the Time arriva il terzo pezzo del disco, I saw The Light e comincia l’impronta rock Blues che caratterizza molti lavori della band, il suono scorre liscio fino al quarto pezzo Over and Done, un ottimo lavoro di chitarra tiene il pezzo in prima linea come se niente fosse, arrivati all’assolo non si può non riconoscere il mitico stile di Francis Rossi che a metà fra la ballata e il Country infila delle note che rendono Over And Done una delle migliori tracce del disco.
Si prosegue a livelli alti ed è il turno di Nightride che dimostra che il buon Rock’n Roll si può fare anche con i piedi piantati a terra. Si conclude così il primo lato del disco.
Si riparte con un pezzo da lasciare inchiodati, tenetevi forte entra in scena Down Down, il pezzo è il più lungo e tirato del disco. Ho visto un’intervista di Francis Rossi che molto candidamente ammette di aver scritto la canzone ma di non aver trovato subito le parole del ritornello, a forza di provare è venuto fuori questo DD…ddd…Down Down e tutte queste D che ci stavano bene. Il pezzo diventerà anche una delle canzoni eseguite dal vivo più richieste dai fan. La parte finale della canzone è un infinity loop, ossia uno di quei giri che potrebbero andare avanti per ore….
Arriviamo alla traccia numero sette ovvero Broken Man, Francis distende un tappeto di note per aprire questo pezzo che mescola il meglio del blues, ed anche qui Francis ci prende per mano e ci fa fare un giro sulle sue corde in un solo caratteristico dei Quo.
Nell’ultimo quarto del disco troviamo What To Do che si apre con le voci del gruppo provenienti dalla sala. Il pezzo rimane sui livelli precedenti e tiene i giri alti, arpeggi di Francis da 10 e lode e un ritornello che si fonde con la chitarra in un fortice di note. L’assolo manco a dirlo è un’altra prova di come la chitarra con un certo gusto la sanno suonare in pochi. Where I Am è la penultima canzone del disco, e troviamo una ballata lenta che viene voglia di ascoltarla sulle rive di un fiume, la canzone è suonata con un appassionante incrocio di chitarre, senza batteria, il solo ci lascia ad occhi chiusi con le note di una chitarra classica che non è invadente ed arricchisce il brano.
Il finale rischia di bucarvi le casse, Bye Bye Johnny chiaramente ispirata a johnny B.Good irrompe e conclude quello che potrebbe essere stato un concerto in studio di tutto rispetto. Alan Lancaster bassista del gruppo mette la sua voce da Rocker a disposizione per questo brano, anche se negli anni futuri sarà Rick Parfitt a prendere le redini di questa canzone alzandone notevolmente il livello. Francis emette note a raffica per un solo che (dal vivo specialmente) si presterà a molte modifiche, il finale delle canzone non prevede sfumature, il pezzo si chiude come se fosse dal vivo, assolo da capogiro e giù duri fino alla nota finale…
Finisce così uno dei migliori dischi della Band in assoluto. Primi posti nelle classifiche e ottime recensioni della critica, fanno di On The Level un disco da avere assolutamente.
L’edizione in CD contiene 5 pezzi Extra:

DOWN DOWN SINGLE VERSION
ROLL OVER LAY DOWN (live)
GERDUNDULA (Live)
JUNIOR’S WAILING (Live)
ROADHOUSE BLUES (Live)

 

 
 

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